Rinegoziazione mutuo prima casa: come funziona? Costi, requisiti e procedura

Rinegoziazione mutuo prima casa

Spesso le rate del mutuo possono diventare, negli anni, un peso insostenibile per il bilancio della propria famiglia con condizioni antieconomiche e ben lontane dalla media del mercato. Ma cambiare le condizioni del contratto di mutuo si può grazie alla formula della rinegoziazione mutuo prima casa. Di cosa si tratta?

In un’epoca in cui i cambiamenti sono repentini, la stabilità economica di un nucleo familiare può essere compromessa da una spesa improvvisa, da problemi di salute del capofamiglia, o peggio ancora, dalla mancanza di lavoro. Si tratta di condizioni sempre più comuni nel mondo di oggi e che richiedono un’attenta valutazione su come muoversi.

Stringere la cinghia spesso non basta, soprattutto in caso del rate di un contratto di mutuo da pagare mensilmente. In questo caso contattare l’istituto di credito e chiedere una rimodulazione degli interessi o un prolungamento del piano di ammortamento può essere necessario per andare avanti con il pagamento delle rate. E se la banca rifiuta; niente paura. In questo caso è sempre possibile ricorrere alla surroga del mutuo. 

 

Cos’è la rinegoziazione del mutuo?

Una domanda che si pongono in molti in momenti di difficoltà o semplicemente quando si accorgono che il mercato offre soluzioni notevolmente più convenienti del proprio contratto di finanziamento. In pratica la rinegoziazione del mutuo rappresenta una formula che consente di cambiare le condizioni del proprio contratto, pur rimanendo con la stessa banca.

Entrambe le parti, in questo modo, ridiscutono sule caratteristiche del finanziamento cercando di trovare soluzioni che possano soddisfare entrambi.  La rinegoziazione rappresenta, dunque, una formula per migliorare le condizioni del proprio finanziamento prima di giungere alla surroga.

Al pari del trasferimento del mutuo, si tratta di una procedura attivabile senza alcun tipo di costo. E’ indispensabile tenere presente, però, che l’istituto di credito non è tenuto ad accettare i cambiamenti proposti dall’utente e magari rigettare la proposta di modifica.

In caso di diniego il cliente può decidere liberamente se procedere alla surroga, cambiando la banca a cui pagare il mutuo a condizioni differenti, o restare con il vecchio istituto di credito alle vecchie condizioni. 

Sostituzione e rinegoziazione: le differenze

Sostituire il mutuo è una procedura ben diversa rispetto alla rinegoziazione ed alla surroga. In pratica con la sostituzione del finanziamento il cliente ha l’opportunità di passare da una banca all’altra, magari cambiando anche la quota di capitale da restituire ed ottenere maggiore liquidità. 

Con la sostituzione del mutuo si procede ad estinguere un vecchio contratto di finanziamento con una banca iniziando il pagamento delle rate con un altro istituto di credito. Il vantaggio maggiore è rappresentato dalla possibilità di cambiare, anche radicalmente, le condizioni del mutuo, ma non mancano i ”contro”.

Tra gli svantaggi della sostituzione possiamo individuare innanzitutto i costi. Per attivare la procedura, infatti, è necessario la sottoscrizione di un notaio, con tutti i costi del caso. Si tratta di un procedimento necessario per il semplice motivo che con la sostituzione si procede alla stipula di un nuovo contratto, con gli obblighi derivanti; spese comprese.

Rinegoziazione mutuo: cosa cambiare?

Sono tante gli elementi che possono essere modificati in un contratto di finanziamento attraverso la rinegoziazione del mutuo, compresa la tipologia di interessi. Passare da un finanziamento a tasso fisso alla formula variabile è, ad esempio, solo una delle possibilità concesse.

Ma come anticipato anche la durata del finanziamento può essere oggetto di modifiche: è possibile scegliere di ”tagliare” o prolungare le rate adattando il piano di ammortamento alle mutate capacità economiche intercorse.

E che ne dite di cambiare l’indicizzazione dei tassi d’interesse o il valore dello spread? In questo caso è possibile  passare da un’indicizzazione all’Euribor a sei mesi a quello ad un mese o magari richiedere l’abbattimento dello spread.

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