Negli ultimi tempi sempre più casi legati a tassi negativi stanno prendendo piede in Europa. Circa un mese fa fece scalpore la notizia di alcuni rimborsi giunti ai risparmiatori Danesi che avevano sottoscritto un mutuo. Tutto questo è accaduto perché a causa dell’Euribor negativo la rata del mutuo è di conseguenza diminuita rispetto ai tassi di interesse stabiliti nel contratto.
Il risultato è stato che i risparmiatori danesi anziché pagare gli interessi hanno ricevuto un accredito dalla propria banca. Adesso anche in Francia e Portogallo si discute se sia giusto dare dei rimborsi a che ha contratto un mutuo a tasso variabile. I Gruppi e le Associazioni di consumatori di questi Paesi hanno proposto che il Governo formalizzi, con la Banca Centrale e le autorità giudiziarie, delle azioni da intraprendere con le banche per costringerle a restituire i soldi dei tassi di interesse caduti negativi. Tutto questo è accaduto perché in un clima di tassi nominali bassi ora si è arrivati in alcuni casi a tassi reali, cioè quelli al netto del tasso di inflazione, ormai negativi.
L’Euribor a 8 e 12 mesi, che sono gli indicatori di riferimento del mercato dei mutui, non sono scesi in tutti i Paesi sotto lo zero; per saperne di più sul ruolo dell’Euribor sui mutui clicca qui. In Spagna e Portogallo lo hanno fatto già due volte, così come in Danimarca, nel nostro Paese invece stanno oscillando intorno allo zero.
Le ripercussioni e come comportarsi
Nel nostro Paese fiutando il problema le banche stanno correndo ai ripari. Il primo passo è quello di cambiare i contratti di mutuo, inserendo delle clausole che non prevedano alcuna restituzione nel caso di tassi negativi. Certamente tale aggiornamento potrebbe essere fatto sui nuovi mutui , mentre sui vecchi le banche sono di fatto spiazzate .
Per i mutuatari non resta che porre il quesito alla sportello del proprio istituto di credito per verificare se sono pronti ad effettuare gli adeguamenti dei tassi. In teoria sarebbe sufficiente leggere il proprio contratto di mutuo. Se non è previsto diversamente, un Euribor negativo dovrebbe continuare ad essere sommato algebricamente (quindi in questo caso sottratto) allo spread per ottenere il tasso finale del mese su cui calcolare la prossima rata. Ecco un’analisi delle ripercussioni dell’Euribor negativo.
Le Associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra. L’Adusef e la Federconsumatori hanno denunciato i comportamenti scorretti delle banche. Tali comportamenti sono stati stigmatizzati perfino da Banca d’Italia che lamenta come siano giunte a via Nazionale reclami e denunce secondo le quali quando il tasso va sotto zero, lo spread riparte da zero. Con una lettera BankItalia invita gli intermediari a verificare i loro sistemi informatici nel caso in cui i parametri di indicizzazione assumano valore negativo, determinando correttamente il tasso di interesse applicabile a ciascun rapporto e all’ammontare degli interessi tempo per tempo il cui valore dovuto «tempo per tempo» è quello che parte dal valore del parametro di indicizzazione (anche negativo) più lo spread, a meno che la soglia minima per il tasso non fosse stata inserita nel contratto e illustrata ai clienti, l’unica soluzione è quella di restituire il maltolto ai contraenti.
Prendendo in parola la lettera di Bankitalia inviata alle banche, chiamate anche a fare una verifica delle «condotte finora seguite nella determinazione degli interessi finora dovuti e provvedere alle conseguenti restituzioni nel caso non si siano rispettate le regole sul valore negativo dei valori di indicizzazione, Adusbef e Federconsumatori attendono i dovuti risarcimenti. che devono arrivare in maniera automatica ai mutuatari, senza fare ricorso all’Autorità giudiziaria. L’argomento è complessivamente e sicuramente in questo periodo con tassi sotto lo zero se ne dibatterà ancora a lungo.
In conclusione Banche ed Associazioni stanno serrando le fila ed offrendo a tutti le migliori soluzioni possibili per uscire fuori da queste rispettive problematiche. Certamente L’Unione Monetaria non era ancora preparata a tutto questo, e la crisi ha portato in sé diverse problematiche nuove per l’ Eurozona. Per alcuni anni i tassi resteranno bassi e questa dovrebbe essere una costante da tenere in considerazione nei prossimi anni per banche e consumatori finali. Nel lungo periodo non saremo tutti morti, come una scuola di economisti prevedeva, ma se non si guarda al lungo periodo quando si prendono le decisioni economiche andremo di certo in contro a problemi futuri.