L’IRS, sigla che sta per Interst Rate Swap, è una sorta di assicurazione che permette alle banche di coprirsi nel caso in cui i tassi di interesse subiscano crescite improvvise. E’ nel settore dei mutui a tasso fisso che questo strumento viene utilizzato dalle banche. In sostanza gli istituti di credito sottoscrivono dei contratti, conosciuti con il termine swap, attraverso cui un altro soggetto è disposto ad accollarsi il pericolo di svalutazioni finanziarie in grado di mettere a repentaglio la solidità dell’istituto. Che effetto ha l’IRS sui mutui? Ecco la risposta.
Insomma contratti tra banche, ma che hanno significative ricadute sui mutui. Sui finanziamenti, infatti, si aggiunge il tasso IRS più il differenziale chiamato anche spread: è quest’ultimo aspetto a rappresentare la quota che la banca destina a sé stessa. Insomma un mutuo a tasso fisso non sarà altro che il risultato del valore dell’IRS valutato nel periodo del contratto di finanziamento, più l’ammontare dello spread annuale che, come detto, è un aspetto che cambia da banca a banca.
Proprio nei contratti di finanziamento il tasso di IRS potrà essere ricalcolato ogni due anni, nel caso in cui sia prevista l‘opzione biennale. Al termine della scadenza del periodo prefissato, il cliente potrà decidere di continuare con il contratto di mutuo a tasso fisso con una rata che dipende dall’IRS più lo spread deciso dalla banca. Ma quali sono i fattori che determinano il valore dell’IRS?
Conosciuto anche con il nome di Euris, il valore del tasso dipende dall’andamento dei mercato per gli investimenti finanziari della durata uguale al tasso preso in esame. Di solito nel settore dei mutui, più aumenta il periodo di ammortamento con il tasso fisso, più sarà alto il tasso di interesse applicato sul contratto, ma non è sempre così.
Le variazioni del mercato obbligazionario possono essere le più differenti ed, in particolari condizioni, il tasso a lungo termine può avere solo un valore solo moderatamente più alto degli altri; si tratta di condizioni di stabilità del mercato. Ma se il mercato è instabile? In questo caso i tassi possono subire variazioni improvvise verso l’alto appesantendo il mutuo al momento della stipula. E’ quindi essenziale conoscere con esattezza le variazioni dell’IRS nel periodo esatto della sottoscrizione del contratto, per valutarne l’effettivo peso sul periodo di ammortamento.
La sua origine effettiva
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Come detto il valore dell’IRS è noto ai mutuatari per il peso che ha sui contratti di mutuo, ma come specificato in precedenza, ha un’origine molto più complicata, nei contratti di swap. Si tratta di derivati, uno strumento finanziario che non ha corrispettivi “materiali”. Non si tratta di movimenti di “denaro reale”, ma essenzialmente virtuale. Uno strumento detto “speculativo“, ma con ricadute materiali sui finanziamenti sottoscritti dai mutuatari.
Dove trovare l’Irs
Essendo un valore di grande importanza, il valore dell’IRS è riportato sui vari portali in rete. Dai giornali online alle pubblicazioni “cartacee” del Sole 24 Ore, reperire il tassi IRS è molto semplice, per coloro che intendono informarsi sul peso del proprio contratto di mutuo. Le indicazioni del valore dell’IRS sono spesso accompagnate a quelle riguardanti l’Euribor, altro aspetto da tenere in considerazione nel settore dei mutui, però a tasso variabile.
Analisi andamento Irs ultimi 3 e 6 mesi e previsioni future
E’ il segno meno a caratterizzare le variazioni del tasso Irs nell’ultimo periodo. Si tratta, come detto in precedenza, di un valore strettamente legato all’andamento del mercato obbligazionario e perciò tutto ciò non stupisce affatto. Ma se l’andamento attuale è in netto calo, anche nel prossimo futuro le cose dovrebbero andare, più o meno, nello stesso verso.
Sarà la diminuzione, quindi, a caratterizzare il prossimo futuro con un calo dei tassi di riferimento che, a detta degli esperti, dovrebbe rimanere “stabilmente in calo”, anche nei prossimi anni.
Se negli ultimi tre mesi i tassi Irs mostrano un calo che, in media, va dallo 0,2 allo 0,5 per quelli da cinque e venti anni, negli ultimi sei mesi il ribasso va dal -0,3 al -0,4, sempre per quelli da cinque a venti anni. In conclusione, alla luce degli elementi analizzati, si può affermare come le oscillazioni del tasso IRS dovrebbe essere le stesse, anche nel breve e medio periodo.