L’IRES, acronimo che sta per ”Imposta sul Reddito delle Società”, è un’imposta a cui tutte le società devono far fronte, che ricade sul reddito prodotto dalle attività economiche di qualsiasi natura ed operanti nel nostro paese. L’imposta è calcolata sul valore della ricchezza delle aziende e riguarda, senza distinzioni, le Srl, le Srls, le Spa e le Sapa, i vari enti e va pagata dall’imprenditore attraverso il modello F24.
L’aliquota viene definita a seconda del reddito prodotto dall’azienda ed ammonta al 27,50% delle entrate. Dal dicembre del 2017, invece, l’aliquota applicata sarà abbassata al 24% come previsto dalla Legge di Stabilità del 2016 che ha rinviato lo ”sconto” introdotto inizialmente dal primo di gennaio dell’anno in corso.
IRES: chi deve pagarla?
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La normativa prevede che a versare l’imposta siano gli enti e le società di capitali con residenza nel nostro paese che svolgano attività di tipo commerciale, gli enti e le società di capitali anche non residenti in Italia, ma che svolgano una quota della loro attività nel nostro paese. Si aggiungono alla lista anche gli enti con un’attività di tipo non commerciale che viene svolta sul suolo italiano.
L‘applicazione dell’IRES è sancita dall’articolo numero 73 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi e riguarda diversi criteri tra cui la sede in cui si svolge l’attività dell’azienda e l’ammontare del reddito prodotto dalla compagnia, come indicato dal documento di Conto Economico. Insomma i criteri per l’applicazione dell’IRES sono essenzialmente due. Ma come si calcola l’ammontare da corrispondere all’Erario?
Calcolo dell’IRES
La valutazione dell’imponibile non avviene in maniera uniforme per tutti, ma in base alla tipologia di contribuente. Per gli enti e le società di capitali, che hanno la residenza nel nostro paese, il calcolo viene effettuato su ogni tipo di reddito senza distinzione riguardo la fonte. L’utile di esercizio riportato nel Conto Economico rappresenta, come detto, il valore da prendere in considerazione per la valutazione dell’imposta, ma non il solo.
E’ necessaria una rettifica sulla base delle variazioni fiscali previste nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Cosa significa ciò?
Si tratta delle deducibilità che, ad esempio, sono previste per particolari voci di spesa come la telefonia e la rappresentanza e molto altro.
Diverso il discorso per gli enti e le società che non hanno la residenza nel nostro paese. In questo caso il calcolo viene effettuato sulla base dei redditi che siano effettivamente prodotti entro i confini italiani.
Di fondamentale importanza, per calcolare l’importo dell’Imposta sul Reddito delle Società, è la natura dell’azienda. Si tratta di un aspetto da tenere presente per il calcolo dell’imposta insieme allo svolgimento, o meno, dell’attività in Italia attraverso una ”stabile organizzazione”.
Nel caso in cui l’azienda o l’ente non residente svolgano un’attività di tipo commerciale e siano dotati di una stabile organizzazione in Italia, il regime fiscale applicato è quello dei soggetti di tipo commerciale residenti ed operanti nel nostro paese.
Per gli enti non commerciali o le aziende non residenti, le norme applicate sono quelle previste dagli enti non commerciali residenti.
Ires per gli enti non commerciali residenti in Italia
In questo caso è necessario innanzitutto tenere presente che gli enti senza scopo di lucro che decidano di effettuare, anche se in modo non prevalente, un’attività di tipo commerciale, hanno la necessità di aprire un regolare partita Iva. Il passo successivo è di tenere un tipo di contabilità separata ed esclusiva per l’attività commerciale svolta. In questo caso l’imposizione è la stessa delle persone fisiche.
In definitiva questo tipo di attività hanno l’obbligo di rispondere agli articoli numero 143 e 149 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Tutto ciò perché il reddito si costituisce dall’ammontare delle varie categorie reddituali applicate dall’IRPEF.