Lo spread è il ricarico che la banca aggiunge al costo di base (tasso) per determinare il proprio guadagno quando vende servizi finanziari ad un cliente.
Cos’è lo spread e come si calcola
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Immaginate la banca come un qualsiasi commerciante che acquista un prodotto e lo rivende, ecco a questo costo di acquisto l’imprenditore deve aggiungere il suo guadagno altrimenti non sarà in grado di portare avanti la sua azienda, pagare le spese e via dicendo.
Il prodotto che acquista la banca sono, volgarmente, i soldi perché ogni istituto di credito acquista moneta da altri istituti o dalla banca centrale, oppure ne rivende quando ne possiede in eccesso.
Il costo che sostiene per acquistare questi soldi è paragonabile al costo che sostiene il commerciante per acquistare i suoi prodotti dal fornitore e per determinare il prezzo di vendita che gli consenta un guadagno adeguato al sostenimento della propria attività deve aggiungere un margine commerciale, questo margine per le banche si chiama spread.
Negli scambi di denaro tra banche il denaro ha una sua quotazione che in Europa viene definita Euribor, questo valore è il tasso al quale la banca può acquistare il denaro e viene rilevato tutti i giorni, pertanto quando la stessa banca deve collocare denaro per i propri clienti questa operazione deve avvenire ad un tasso leggermente maggiore e questa differenza è il guadagno.
Se prendiamo come esempio l’operazione di mutuo a tasso variabile da un punto di vista del cliente il costo che dovrà sostenere quindi sarà generato da questa formula: Euribor ed il suo andamento + Spread, il risultato ottenuto sarà il tasso che pagherà il cliente per quella determinata operazione bancaria.
Nei contratti di mutuo bancario, essendo l’operazione di per se garantita dall’ipoteca che la banca iscrive sull’immobile oggetto dell’operazione, i tassi di spread risultano essere più bassi.
Ma nonostante esista un riferimento per i tassi Euribor ogni istituto bancario può decidere a propria discrezione quale percentuale di spread caricare come guadagno questo a seconda anche del rischio che si ritiene adeguato al tipo di operazione a cui si sta andando incontro.
Questo ci fa capire quanto l’importanza dello spread possa influire in attività come quella di un mutuo, in quanto essendo operazioni a lunga durata su importi considerevoli, anche una piccola variazione potrebbe avere degli effetti devastanti sulla capacità di rimborso del mutuo.
Lo stesso discorso vale anche per i mutui a tasso fisso, dove la formula per calcolare il costo al cliente rimane sempre la stessa, cambia però il tasso di riferimento che non è più l’Euribor ma l’IRS.
Pertanto quando parliamo di tasso fisso ci troveremo di fronte a questo calcolo: IRS ed il suo andamento + Spread, calcolato una sola volta in sede di contratto e mantenuto costante per tutta la durata del mutuo.
Un appunto da fare in tal senso, perché spesso la questione tassi non è mai particolarmente chiara, è che molte banche pubblicizzano una percentuale di tasso molto bassa cercando di attirare clientela presso i propri sportelli, ebbene queste percentuali non sono veritiere in quanto vengono chiamate Tassi d’ingresso ed hanno come unico scopo avvicinare il cliente alla banca con una proposta che verrà mantenuta soltanto per i primi mesi di vita del mutuo, dopo verranno applicati i tassi di mercato, sia in termini di riferimento che di spread.
Lo spread e l’impatto sulla rata
Considerando quanto detto fino ad ora è facile immaginare quanto sia importante il calcolo dello spread nella definizione di un mutuo e quanto questo influisca sulla rata periodica che dovremo corrispondere alla banca.
In linea di massima c’è da considerare che il tasso di riferimento è un dato oggettivo al quale tutti gli istituti bancari guardano per basare il calcolo di un’operazione, mentre lo spread è una quota decisamente soggettiva e dipende da banca a banca.
Anche in questo caso però tutti gli istituti finanziari si sono allineati su percentuali più o meno simili per non rimanere fuori mercato, con la differenza che si fanno una spietata concorrenza invece sui servizi aggiuntivi legati alle operazioni di mutuo.
Una piccola differenza di tasso potrebbe comportare un aumento significativo della rata di mutuo in virtù della durata e della complessità di tale operazione.
Basandoci su tempi molto lunghi e su importi particolarmente importanti va da se che prima di decidere presso quale banca rivolgerci per la richiesta di mutuo è bene conoscere e valutare con attenzione anche la più piccola differenza di tasso tra i preventivi richiesti.
Per questo non è mai consigliabile evitare di girare per richiedere offerte ai vari istituti, al contrario è consigliabile fare esattamente così e basare la propria scelta non su quelli che comunemente vengono chiamati tassi d’ingresso ma sui tassi finiti i quali rappresentano il vero e proprio costo finito che il cliente andrà a sostenere per pagare il mutuo.
Tendenze attuali e previsioni future
Considerando la situazione economica attuale, sottoscrivere un contratto di mutuo, oggi con i tassi messi a disposizione dagli istituti di credito continua ad essere un buon affare.
Dall’inizio del 2016 infatti la crescita dei mutui è stata incredibilmente alta nonostante a marzo sia calata rispetto a gennaio ma sempre mantenendosi su un +17%, per cui comunque in salita.
La forte concorrenza, il controllo spasmodico sui tassi effettuato dalla BCE, una situazione mediamente tranquilla consentono alle banche di mantenere una linea di condotta particolarmente conveniente al potenziale cliente che vorrebbe sottoscrivere un mutuo.
E la situazione sembra continuerà così per almeno due o tre anni, in quanto le tendenze attuali confermano che proprio questa stabilità comporterà una relativa serenità sull’applicazione dei tassi ed a meno di eventi traumatici e sconvolgenti e quindi imprevedibili i numeri rimarranno invariati ancora per un bel po’ di tempo.
Per cui rispetto a diversi anni fa quando le banche a causa della crisi avevano chiuso a doppia mandata i cordoni della borsa, oggi è conveniente stipulare un mutuo per via di questa stabilizzazione, difatti le banche stesse hanno iniziato da un po’ ad erogare di nuovo liquidità.