La crisi che ha colpito il settore bancario ha inciso notevolmente sulla stabilità di istituti di credito anche apparentemente solidi. Il crollo del settore ha travolto i tanti che avevano investito i propri risparmi in azioni ed obbligazioni, fino ai successivi salvataggi dello Stato che hanno risanato la situazione, ma solo in parte. Con l’introduzione del bail-in sui salvataggi degli istituti di credito, le regole sono diventate molto stringenti con obblighi precisi per le banche e pericoli per gli utenti.
Anche i conti deposito possono essere ”intaccati” dal fallimento della banca attraverso un meccanismo che preoccupa non poco i risparmiatori. Ma quali sono i rischi per i titolari di un conto deposito in caso di default dell’istituto di credito?
Conti deposito e bail-in: i pericoli per i risparmiatori
Considerato come uno dei prodotti più sicuri del mercato, il conto deposito è la formula preferita dai ”cassettisti”, ovvero gli investitori che guardano più alla sicurezza che al margine di guadagno. Ma negli investimenti di sicuro al 100% c’è veramente poco ed i rischi possono essere dietro l’angolo anche per chi sottoscrive i conti deposito.
Ebbene sì, anche i conti vincolati sono esposti ai rischi del bail-in bancario, anche se in maniera del tutto marginale. Ma cos’è il bail-in?
Si tratta di una formula introdotta solo recentemente nella normativa bancaria e prevede espressamente che anche gli investitori privati delle banche rispondano in caso di fallimento dell’istituto di credito con una parte delle proprie quote.
Tutto ciò non va confuso, in ogni caso, con il prelievo forzoso che negli anni scorsi tanta paura ha generato in risparmiatori ed investitori (leggi cosa si tratta in questa guida). Con il prelievo forzoso era lo Stato a prelevare le somme depositate forzatamente in caso di difficoltà dei conti del paese. Con il bail-in, invece, si perde parte del proprio denaro, ma solo in caso di fallimento della banca. Ad essere oggetto del prelievo sono gli interessi maturati e l’ammontare dei dividendi e mai il capitale.
I conti deposito, entro determinati limiti, non sono oggetto del bail-in come anche i deposito dei titoli, in quanto il salvataggio avviene a partire dagli azionisti, per poi passare agli obbligazionisti, gli obbligazionisti dei bond subordinati ed infine ai conti correnti, ma solo per la quota eccedente i centomila euro; il restante viene ”protetto” dal Fondo interbancario di tutela dei depositi.
Ciò accade anche per i conti deposito che rispondono per le crisi bancarie per gli importi eccedenti al limite prefissato per la protezione del Fondo a cui, per fortuna, aderiscono tutte le banche del nostro paese. Insomma per proteggere il proprio denaro basta depositare sul conto deposito una somma complessiva inferiore a centomila euro riparandosi, in questo modo, da ogni tipo di turbolenza del settore bancario. Nel caso in cui lo stesso cliente risulti titolare di più conti nella stessa banca, con una somma complessivamente superiore a centomila euro, il prelievo verrà comunque effettuato.
Conto deposito e bai-in: cosa accade per i conti cointestati?
Una specifica regolamentazione riguarda i conti cointestati. In questo caso resta valido il limite di 100 mila euro per ciascun depositante. In pratica se due soggetti hanno un deposito pari a duecentomila euro, l’intero importo sarà comunque al riparo dal prelievo perché la somma totale sarà divisa al 50% tra i due depositanti, con una quota che a testa non eccede i 100 mila euro.
Ad essere considerato, però, non è il deposito, ma il depositante. In pratica viene calcolata la somma dei vari depositi in capo d un unico soggetto e se essa supera il limite prefissato, verrà applicato il prelievo secondo le regole del bail-in. Insomma sottoscrivere un conto deposito in più banche può rappresentare un ulteriore strumento per mettere al riparo il proprio denaro.