Oggi parliamo di Tasso BCE, come e perché è nato, qual è il suo scopo, quanto può incidere sul mutuo e quali sono i vantaggi e gli svantaggi rispetto al Tasso Euribor di cui abbiamo parlato ed il funzionamento e andamento.
Cos’è il Tasso BCE
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In primo luogo andiamo meglio a comprendere che cos’è questo tasso e per quale motivo è stato introdotto dalla Banca Centrale Europea nel sistema finanziario.
Il Tasso BCE, o tasso refi, è il “tasso per le operazioni di rifinanziamento”, rappresenta praticamente il valore che le banche nazionali pagano quando prendono in prestito i soldi dalla BCE nei momenti di scarsa liquidità.
Per sua stessa natura, il Tasso BCE tende ad essere poco variabile al fine di stabilizzare i costi di queste operazioni che, diversamente, potrebbero diventare a carico dei risparmiatori o dei titolari di mutui e costituisce un ottimo strumento di controllo e di intervento sui valori dei tassi di mercato.
Mutui con Tasso BCE: come funzionano
Alla fine del 2008, in un momento di forte tensione dei mercati, il tasso Euribor viaggiava su livelli molto alti giustificati da una fortissima crisi di liquidità finanziaria internazionale, livelli che hanno creato non poche difficoltà alle famiglie titolari di mutui che si sono viste, in molti casi, raddoppiate le rate dei loro prestiti proprio a causa di queste oscillazioni.
In quel momento vennero introdotti sul mercato i Mutui indicizzati al Tasso BCE, che per la sua natura stabile e controllata, dovevano rappresentare la panacea per tutti i mutuatari in grosse difficoltà.
Per ovviare alla crisi economica con il Decreto Anticrisi 185 del 2008 fu chiesto alle banche di affiancare ai classici mutui indicizzati con l’Euribor anche quelli basati sul Tasso BCE.
Ma a causa del repentino rientro dei tassi Euribor i mutui basati sul Tasso BCE non sono mai davvero decollati, perché con il passare dei mesi dalla loro introduzione l’abbassamento dell’Euribor ha comportato una forbice variabile tra lo 0,3% e lo 0,6% a favore dei primi.
C’è però da fare una riflessione, i mutui ancorati al tasso BCE possono rappresentare un importante elemento di sicurezza per chi vuole accedere ad un finanziamento perché sono meno variabili e rappresentano una maggiore stabilità sull’importo della rata da sostenere per il rimborso del proprio mutuo.
Tasso BCE o tasso Euribor? Differenze
Prima di operare una scelta in un senso o nell’altro dobbiamo capire quali sono gli elementi fondamentali che determinano la composizione del primo e del secondo.
Abbiamo già detto che il tasso BCE è applicato sui finanziamenti che le banche nazionali richiedono alla BCE e che per sua natura ha pochissime oscillazioni al fine di rendere stabile il tasso di sconto ed è conseguente alle scelte di politica economica della BCE.
Il tasso Euribor, invece, scaturisce dalle negoziazioni che avvengono sull’acquisto del denaro tra le principali banche europee ed il risultato che si ottiene da queste contrattazioni è rappresentato dal punto di incontro tra domanda ed offerta.
Il risultato di questi due parametri è che il tasso Euribor è tendenzialmente più alto del tasso BCE e subisce oscillazioni giornaliere che influiscono sul costo dei mutui in base all’orizzonte temporale cui si riferisce (Euribor ad 1/2/3 mesi e così via).
Secondo questi parametri è teoricamente più conveniente il primo, ma le scelte adottate dalle singole banche circa l’applicazione dei tassi ed il calcolo dello spread potrebbero annullare queste differenze o addirittura rovesciarle.
Tasso BCE o Euribor: come scegliere?
La prima considerazione da fare è che i due tassi non sono gli unici numeri da considerare nel caso della stipula di un mutuo, in quanto a questi valori bisogna aggiungere lo spread praticato dalla banca che, solitamente, è più basso a favore del tasso Euribor.
Se guardiamo la sola differenza dei tassi sarebbe quasi sempre conveniente il tasso BCE, ma la valutazione deve essere fatta sia in virtù dello spread applicato e quindi la mera convenienza economica, sia per quanto riguarda la stabilità della rata che può modificarsi in funzione della capacità reddituale e del piano di ammortamento.
In questo caso il tasso BCE risulta essere più stabile e con oscillazioni minime che non superano di solito lo 0,25% mentre sul tasso Euribor grava la variabilità tipica delle negoziazioni.
Le banche normalmente propongono un tasso Euribor ad 1, 3 e 6 mesi, orientandosi principalmente per l’Euribor3 considerato una via di mezzo tra i due ed essendo il più praticato subisce delle variazioni in diminuzione molto meno frequenti di quelle in aumento.
In sostanza prima di procedere alla stipula di un mutuo la cosa migliore da considerare è avere davanti tutte le opzioni possibili, dalla completa tipologia dei tassi Euribor alla proposta con tasso BCE e valutare tenendo ben presente anche le oscillazioni del mercato dei tassi nei 3 mesi precedenti al momento della scelta, ma senza dimenticare che il mondo dei mutui è in continuo mutamento per cui è fondamentale scendere sempre nei dettagli prima di decidere quale strada percorrere.