Macchina d’epoca: i requisiti e gli anni necessari per l’iscrizione nella lista dell’Asi

Risparmiare sulla polizza assicurativa e sul bollo dell’auto sono solo alcuni dei vantaggi di possedere una macchina d’epoca. Un veicolo di decenni fa rappresenta soprattutto un oggetto di particolare fascino in particolar modo per chi, in gioventù, lo ha desiderato. Ma anche i tanti che non hanno vissuto le epoche passate possono aspirare a possedere un’auto storica come oggetto di collezione o, perché no, anche per circolare.

La macchina d’epoca, in realtà, può rappresentare anche un vero e proprio investimento visto che le quotazioni sono destinate a salire con il passare degli anni. Insomma sono davvero tanti i motivi per acquistare un veicolo del genere. Ma dopo quanti anni un’autovettura rientra in questa categoria di veicoli?

Quando un auto è d’epoca

La corsa alle auto storiche, per abbattere il costo della polizza assicurativa o del bollo, ha spinto le autorità a rivedere le condizioni per la macchina d’epoca. E’ il limite degli anni ad essere stato oggetto di significative modifiche. Se prima bastava un ventennio dalla costruzione, oggi, con la Legge di Stabilità del Governo di Matteo Renzi, le auto sono considerate storiche solo dopo aver compiuto i primi trentanni.

Un allungamento dei termini che ha significato una vera e propria rivoluzione del settore con al svalutazione di molte vetture non ancora “trentenni”. E’ indispensabile tenere presente, inoltre, che tale limite prende in considerazione la data di fabbricazione della macchina d’epoca e non l’immatricolazione. 

Ma il limite degli anni è solo una delle condizioni necessarie. La massima fedeltà al modello originale è indispensabile oltre alle condizioni della carrozzeria e degli interni che devono essere, come spiega il regolamento, per lo meno decorose.

Macchina d’epoca: l’iscrizione al registro

E’ all’ASI (l’Automotoclub Storico Italiano) a cui bisogna rivolgersi. Si tratta dell’ente che identifica e tutela le auto storiche, i motoveicoli, i ciclomotori del nostro paese. Come abbiamo detto in precedenza, il veicolo deve essere in buone condizioni e coerente con il modello originale. Ma come facciamo a dimostrare questi aspetti? Basta inviare una serie di foto della macchina d’epoca, da tutte le angolazioni e del telaio stesso, oltre il libretto.

Inviata la documentazione non resta che aspettare il riscontro dell’ASI. Recarsi nella sede dell’Automotoclub Storico Italiano permette di ricevere l’assistenza necessaria per portare a termine il procedimento. Per il procedimento completo clicca qui. 

Le agevolazioni

Il motivo per cui in molti scelgono di registrare la propria vettura come macchina d’epoca è legato anche all’abbattimento dei costi. La tassa di possesso, ad esempio, può non essere pagata. Essendo un balzello collegato alla circolazione del veicolo, se lo stesso viene tenuto in garage non deve essere pagato nulla.

In caso contrario, come spiegato in questo articolo, il costo applicato è largamente inferiore ai classici autoveicoli e si attesta su poche decine di euro, anche se l’ammontare dipende essenzialmente dalla regione di appartenenza.

Anche la polizza assicurativa può essere corrisposta in forma ridotta. Anche se non esiste una norma che valga per tutti, per la varietà del mercato, il costo per la polizza è, in media, notevolmente inferiore ai classici. In questo caso è indispensabile valutare le varie polizze sul mercato ed, attraverso i preventivi, individuare l’offerta migliore.

Nulla cambia per quanto riguarda il pagamento della revisione che deve essere effettuata con cadenza biennale.

Altre notevoli differenze possono essere individuate riguardo l’obbligo della cintura di sicurezza, non necessaria nel caso in cui l’auto non abbia i supporti adeguati e per quanto riguarda l’accensione delle luci di posizione al di fuori dei centri abitati.

Le macchine d’epoca, essendo Euro 0, sono sottoposte alle restrizioni del traffico veicolare qualora decise dal comune. In alcuni casi, però, potrebbero essere previste delle eccezioni per le auto striche, purché regolarmente iscritte al registro dell’Automotoclub Storico Italiano.

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