Giacenza media annua: come si calcola per i conti correnti e il libretto postale

Uno degli elementi, per valutare l’effettivo reddito a disposizione di un contribuente, è il calcolo della giacenza media annua. Si tratta, in pratica, del denaro che mediamente è a disposizione su un conto corrente bancario, postale o su un libretto, in un determinato arco temporale. E’ la modifica del modello ISEE, approvata nel 2015, ad in introdurre questo aspetto oggi essenziale per valutare l’imponibile fiscale.

Una novità importante e che oggi ha portato alla ribalta il calcolo della giacenza media annua, per ogni contribuente. Incappare in un errore, nella valutazione di questo fondamentale dato, significa incorrere anche in pesanti sanzioni riguardo la dichiarazione ISEE, perciò effettuare i vari passaggi correttamente è essenziale.

Giacenza media annua: come riportale nel modello ISEE

Stanare i finti poveri controllando la reale disponibilità del reddito posseduto. L’obbiettivo del Fisco, con l’introduzione della giacenza media annua, è di valutare con maggiore precisione la possibilità o meno di accedere a determinate agevolazioni per i redditi bassi. Ma dove si inserisce il dato relativo alla giacenza media?

Nella dichiarazione ISEE, scorrendo le varie voci, si nota la dicitura Modulo FC1 e Quadro FC2 indicati sotto la dicitura “Patrimonio Mobiliare”. Si tratta di una voce davvero ampia che comprende i conti correnti postali e bancari oltre alla partecipazioni di azioni, le somme eventualmente detenute all’estero ed i Titoli di Stato.

Insomma qualsiasi fattore che possa determinare un reddito va riportato nella nuova dichiarazione, in questa determinata area del modulo. E’ importante tenere presente che il valore della giacenza media annua, va trascritto calcolandolo al 31 dicembre dell’anno precedente. Ma come si effettua il calcolo?

Giacenza media annua, il calcolo

Sono i dati dell’estratto conto che devono essere valutati con attenzione. In pratica si tratta di valutare le giacenze giornaliere dividendole per 365. E’, quindi, utile recuperare gli estratti conto che la banca invia con cadenza mensile o trimestrale e valutare il numero dei creditori totali, sommarli e dividerli per i gironi dell’anno.

Nel caso in cui il conto corrente sia cointestato, la somma risultante deve essere divisa per due; nel caso di tre intestatari, la divisione deve essere realizzata per tre.

Insomma abbiamo capito che il calcolo della giacenza media non è tra i più semplici. Ma basta un semplice esempio per comprendere al meglio i passaggi necessari. Nel caso in cui la giacenza, sul conto corrente, sia pari a 1000 euro e i giorni sono 100, si effettua questa semplice operazione: 1000 per 100. Il risultato 100.000. 

Il passaggio successivo è di valutare gli altri giorni nei quali la giacenza è rimasta costante. Se, ad esempio, la somma è stata pari a 700 euro per 15 giorni, il calcolo da fare è 700 x 15. Il risultato si somma ai 100.000 calcolati in precedenza ed il tutto si divide per 365. L’importo risultante va riportato nel modello ISEE, alla voce dedicata alla giacenza media annua.

Quando è indispensabile presentare la giacenza media

In quali casi il dato della giacenza media annua è indispensabile? In tutti. Anche nel modello  Mini ISEE, cioè la versione semplificata del modello integrale, rappresenta una voce obbligatoria.

Dal 2015, inoltre, per tutte le agevolazioni e per le richieste della Dichiarazione Unica Sostitutiva da presentare per figli disabili o uno studente e per tutte le dichiarazioni che necessitano per valutare il reddito familiare come per l’accesso alle Vacanze Studio di Inpdap.

Gli altri dati da compilare

Ma l’ammontare della giacenza media non è tutto. Al dato sulla somma, presente nei conti correnti, vanno affiancate anche le informazioni riguardo la banca intestataria del conto.

Si tratta del codice fiscale dell’istituto di credito o dell’ufficio postale su cui è appoggiato il conto. Oltre a questo fondamentale dato va riportato il codice di rapporto finanziario cioè relativo al prodotto sottoscritto con l’istituto di credito e l’importo del saldo contabile.

Nel caso in cui il contribuente risulti titolare di più di un conto corrente, anche cointestato è indispensabile riportare i dati dei vari conti.

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