L’edilizia convenzionata permette alle imprese del settore edile di riprendere fiato. Quali sono i pro e i contro di questa operazione?
Affittare edilizia convenzionata sembra una delle poche soluzioni per uscire dalla crisi del settore. Sarà vero? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Cos’è
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L’edilizia convenzionata è un accordo tra l’impresa edile e il Comune. L’impresa si impegna ad affittare le case costruite a persone meno abbienti, mentre il Comune si impegna affinché le case vengano effettivamente prese in affitto da qualcuno al termine della costruzione.
In più, l’azienda riceve regolarmente degli affitti calmierati per 20 anni. Successivamente, le case passano di proprietà degli inquilini.
Vantaggi di investimento
Il primo vantaggio dell’affittare in edilizia convenzionata è evidente. Si ha la certezza che il lavoro venga pagato al termine dei lavori. In più, si ottengono delle rendite sicure per i 20 anni a seguire il che, in questo clima di incertezza, è fondamentale per un’impresa edile.
Infine, in base alla legge 167/62, l’imprenditore edile, in base all’accordo con il Comune, può avere la possibilità di costruire anche ciò che serve intorno alle unità abitative, sempre avendo la certezza che tutte le attività connesse si riveleranno un buon investimento.
Svantaggi
Anche gli svantaggi di questa scelta sono abbastanza evidenti. Il primo è sicuramente il fattore tempo. Infatti, l’imprenditore dovrà anticipare tutte le spese immediatamente, ma ne vedrà gli esiti solo dopo un lungo periodo di tempo, pian piano.
In più, l’impresa edile deve mantenere alcuni obblighi di legge, come il fatto di non essere proprietaria del terreno dove si trovano gli stabili, oppure il fatto di dover rinunciare agli immobili dopo un certo periodo di tempo.
Parlando di convenzioni, il canone di affitto sarà più basso rispetto al reale valore di mercato dell’immobile. Quindi, prima di accettare, si dovranno vedere i pro e contro. Infine, questo tipo di investimento non è possibile se non c’è prima una gara di appalto.
Differenza con l’edilizia agevolata e con quella sovvenzionata
Fin qui si è parlato di affittare edilizia convenzionata. Cosa cambia se invece si parla di “agevolata”? Cambia poco per l’impresa edile, che ha almeno una garanzia in più, ma molto per gli inquilini. Infatti, con l’edilizia agevolata, lo Stato si impegna ad aiutare chi deve pagare l’affitto di questi appartamenti.
Quindi, l’impresa ha maggiore certezza di vedersi riconosciuti i canoni di affitto. Invece, cosa avviene nella sovvenzionata? Qui, oltre alla garanzia c’è proprio un pagamento dei lavori da parte del Comune. Nell’edilizia convenzionata, l’imprenditore anticipa le spese di costruzione. In quella sovvenzionata, invece, lo Stato va ad anticipare tutte le spese, pagando i lavori dell’impresa edile.
Quindi, non si parla di un investimento dell’imprenditore: lì, l’impresa fa un lavoro e viene pagata alla consegna dei lavori. Solo che il committente è un ente pubblico, quindi, anche qui, si deve passare prima da una gara di appalto.
Conclusione
Affittare edilizia convenzionata si può fare ed è una buona scelta, soprattutto per le aziende che non vogliono un guadagno immediato e incerto, ma uno un po’ più calmierato, ma sicuro. Naturalmente, va anche valutato che questa strategia può avere un ritorno economico, almeno dal punto di vista pubblicitario locale.
Infatti, soprattutto nei piccoli paesi, chi porta a termine questo tipo di lavori poi diventa un costruttore comunque noto sul territorio, quindi può usare questa esperienza per ottenere successivi incarichi, anche da parte di privati.
Non conviene certo a tutti e in ogni caso. Davvero molto dipende dalle aziende, da come sono messe a livello di bilancio e quanta possibilità di investimento possono mettere a disposizione. Per questo, vanno valutati bene pro e contro prima di decidere.