Autorizzazione paesaggistica: i passaggi necessari per richiedere i permessi

Realizzare un immobile in un’area sottoposta ad un preciso vincolo richiede un atto ben specifico: l’autorizzazione paesaggistica. Introdotta nel 2004, l’autorizzazione paesaggistica si riassume in un permesso che l’ente preposto deve rilasciare al soggetto che intende edificare un immobile in un determinato spazio. Si tratta, quindi, di un atto presupposto senza il quale non è possibile il rilascio di un titolo autorizzativo che consenta di dare il via ai lavori. Quali sono gli interventi che necessitano di un’autorizzazione paesaggistica?

Autorizzazione paesaggistica: quando è obbligatoria?

Come detto sono le aree sottoposte a determinati vincoli ad essere oggetto dell’atto di concessione. I territori vicini alla costa, ad esempio, costituiscono zone vincolate. Si tratta di aree che si trovano a distanza non superiore a trecento metri dalla linea di battigia, cioè dal punto di incontro tra la terra ed il mare.

Un discorso del tutto analogo si applica per le aree a ridosso dei laghi. Anche in questo caso il termine nel quale ricade il vincolo è di trecento metri dalla sponda.

Per le particolari condizioni ambientali anche le montagne sono oggetto di vincolo. Si tratta, in questo caso, di un limite che ricade in automatico dall’altezza dal livello del mare, pari a 1.600 metri per la zona delle Alpi mentre si “scende” a 1.200 per la catena degli Appennini.

Naturalmente anche i parchi ricadono nelle aree considerate vincolate come come le riserve nazionali, regionali e le zone attigue ai parchi, dove previsto. I ghiacciai e i circhi glaciali prevedono l’autorizzazione paesaggistica come anche i vulcani.

Alle aree finora elencate si aggiungono, inoltre, le zone ricoperte da boschi, le aree “umide” come previsto dal dpr 448/1976 e naturalmente le zone di interesse archeologico. Insomma una percentuale significativa del territorio del nostro paese rendendo l’autorizzazione paesaggistica un procedimento molto comune in Italia.  Ma come funziona l’iter per ottenere i permessi necessari?

Autorizzazione paesaggistica: gli adempimenti previsti

Il primo passo da fare è di compilare l’apposita domanda scaricandola dal sito dell’ente preposto. Si tratta quasi sempre del Comune. Una volta consegnata la richiesta, l’amministrazione locale ha quaranta giorni per valutarla e inviarla alla Soprintendenza.

E’ a quest’ultimo ente che spetta la valutazione della domanda e la correttezza della documentazione presentata. In un termine “inderogabile” di 45 giorni gli esperti devono comunicare il “parere di competenza“.

Una volta giunta l’approvazione, la palla ripassa all’ente territoriale. Altri venti giorni devono trascorrere, per consentire di rilasciare l’autorizzazione a tutti gli effetti.

Insomma il tempo da aspettare è davvero tanto. Analizzando le tempistiche riportate, infatti, si può notare come, in mancanza di “intoppi” l’intera procedura dovrebbe essere portata a termine in tre mesi e mezzo. Per fortuna non tutti gli interventi di questo tipo devono essere accompagnati da un parere di questo tipo.

Autorizzazione paesaggistica: quando non è necessaria

E’ il Codice 42/2004 a regolare i lavori per i quali sono necessari gli specifici permessi. La manutenzione ordinaria rappresenta, ad esempio, un intervento che non richiede l’autorizzazione paesaggistica come anche quella straordinaria ed il restauro conservativo.

E’ da tenere presente, però, che gli interventi suddetti non devono comportare un’alterazione dei luoghi e soprattutto dell’aspetto esteriore degli immobili.

Il taglio colturale, gli interventi di forestazione o riforestazione e gli interventi relativi allattività silvo-agro-pastorale non ricadono nei casi per i quali è prevista l’autorizzazione paesaggistica come anche le opere di antincendio, bonifica e conservazione dei boschi o delle foreste.

Da segnalare le novità messe in campo nel regolamento dpr. Nuovi interventi “liberi” sono ora previsti nella regolamentazione paesaggistica. Si tratta dei lavori interni, anche in grado di modificare la destinazione d’uso della struttura, la copertura degli immobili, l’abbattimento delle barriere architettoniche, gli interventi sulla staticità degli edifici e l’installazione di caldaie, condizionatori o pannelli solari.

 

 

 

 

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