Tirata spesso in ballo da politici e giornalisti su temi importanti come il riequilibrio dei conti dello Stato e come copertura delle manovra finanziarie, la Cassa Depositi e Prestiti rappresenta un organismo particolare, caratterizzato da uno strano dualismo tra pubblico e privato.
Sono tanti gli aspetti che spesso non vengono presi in esame quando si parla della Cassa Depositi e Prestiti, coinvolgendo l’ente sono in maniera superficiale nel dibattito pubblico. In questa guida analizzeremo le caratteristiche principali della Cassa Depositi e Prestiti identificandone le reali funzioni.
Come funziona la Cassa Depositi e Prestiti?
Come anticipato in precedenza la Cassa Depositi e Prestiti si presenta con caratteristiche tipiche degli enti pubblici accanto a prerogative specifiche del settore privato. Ufficialmente inquadrata come Società per Azioni, la Cassa Depositi e Prestiti è detenuta per l’80% dallo Stato attraverso il Ministero del Tesoro mentre il restante è in mano alle fondazioni bancarie. A nominare l’amministratore delegato della CDP è il ministro dell’Economia.
La Cassa gestisce una raccolta di oltre 230 miliardi di euro. Da dove proviene questo denaro? Si tratta degli investimenti postali destinati dagli italiani ai buoni fruttiferi ed ai libretti, risorse che la CDP indirizza alla ”crescita del paese” realizzando investimenti mirati per il bene della collettività.
Nata a metà Ottocento a Torino, la Cassa Depositi e Prestiti ha avuto fin da subito il compito di gestire il risparmio promuovendo la realizzazione di infrastrutture strategiche per il paese. In pratica la Cassa Depositi e Prestiti raccoglie il denaro derivante dai vari strumenti di risparmio dei cittadini per prestiti rivolti agli enti comunali per la realizzazione di strade, ponti, strutture pubbliche e molto altro.
L’altra funzione fondamentale della Cassa Depositi e Prestiti è la ”Gestione Ordinaria’‘, ovvero l’impiego di risorse proprie indirizzate a determinati investimenti come l’emissione delle obbligazioni sul mercato.
Un’altra prerogativa della Cassa Depositi e Prestiti è l’investimento in società di interesse nazionale ”con prospettive di sviluppo”. Si tratta di una novità recente, introdotta dal ministero Tremonti, e che consente all’ente di puntare su qualsiasi compagnia del nostro paese accedendo ai margini di guadagno.
In pratica è una funzione di sostegno alle società privata, ma soprattutto una cassaforte per i risparmi dei risparmiatori; un aspetto molto simile all’ente che un tempo veniva indicato con la sigla IRI.
Le partecipazioni della Cassa Depositi e Prestiti
Ma gli investimenti nelle imprese ritenute strategiche sono solo uno delle funzioni della Cassa Depositi e Prestiti. Negli ultimi anni l’ente è stato utilizzato dallo Stato per destinare una parte dei debiti estromettendoli così dal debito pubblico.
Il trasferimento delle società partecipata come Fintecna e Sace, negli ultimi anni, hanno consentito il trasferimento di ben dieci miliardi di euro dal buco dello Stato riducendo il debito pubblico. In realtà quello appena descritto rappresenta una sorta di trucco contabile che consente all’Amministrazione Pubblica di attingere i soldi da un lato e restituirli da un altro.
Attraverso la vendita delle aziende, la Cassa Depositi e Prestiti si è trasformata, negli anni, in una vera e propria cassaforte di partecipazioni delle maggiori società del nostro paese.
E’ noto, ad esempio, come la Cassa Depositi e Prestiti possegga il 27% di ENI, il 30% di SNAM, una delle maggiori compagnie per la gestione e la distribuzione del gas e il 30% di Terna impresa che si occupa della rete elettrica. Una quota maggiore riguarda la SIMEST, la società controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti che si occupa dei finanziamenti offrendo assistenza alle compagnie italiane che si affacciano all’internazionalizzazione.
Nonostante i continui ”interventi” della politica la Cassa Depositi e Prestiti rimane una realtà molto solida, in grado di produrre oltre due miliardi di utile ogni anno.