Uno dei valori fondamentali per determinare il tasso di interesse in un contratto di mutuo bancario è l’IRS. Si tratta di un indice che viene stabilito, ogni giorno, dalla Federazione Bancaria Europea con ricadute di fondamentale importanza sui mutui a tasso fisso. A calcolare il valore del tasso IRS è una media ponderata tra le quotazioni dei contratti di swap che i vari istituti di credito europei realizzano.
Insomma l’aspetto dell’IRS è di fondamentale importanza per i mutui a tasso fisso. Il valore dell’indice dipende strettamente da diversi fattori tra cui la durata del prestito: più sarà ampio il periodo di ammortamento del mutuo, maggiore sarà la quota di IRS da applicare sulle rate mensili. E’ il mercato dei tassi che condiziona, in maniera diretta, il valore dell’Euris.
Ed è proprio l’IRS l’aspetto principale che la banca valuta al momento della sottoscrizione di un contratto di mutuo. Ad un finanziamento di 20 anni, ad esempio, viene applicato il valore dell’IRS per lo stesso lasso di tempo. Ma se pensate che l’indice IRS sia pensato appositamente per la realizzazione dei contratti di mutuo, vi sbagliate di grosso.
Gli aspetti che condizionano l’IRS
E’ il valore del denaro stabilito dai vari istituti di credito del vecchio continente che condizionano, in maniera determinante, il valore del tasso applicato. Si tratta di una valutazione che avviene quotidianamente con una media matematica tra i dati resi noti dalle maggiori banche europee. L’applicazione ai mutui a tasso fisso avviene semplicemente perché la banca contrae un contratto con un terzo in grado di proteggerla nel caso di una forte svalutazione del valore del denaro: un’evenienza che porterebbe al crollo del proprio guadagno.
Ma anche le quotazioni dei Bund tedeschi possono avere delle ricadute importanti: un insieme di elementi che possono pesare in maniera notevole sul tasso IRS che quindi, in lunghi periodi, risulta maggiore. Proprio per questo motivo la banca ad un mutuo di maggiore durata, applica un tasso più alto, oltre al valore di spread che ogni istituto di credito aggiunge, a suo piacimento, alla rata da pagare.
La variabilità del tasso di IRS è quindi un aspetto a cui porre molta attenzione. Le banche, infatti, applicano il tasso riferito ad un determinato periodo al momento della stipula del contratto. E’ indispensabile, quindi, chiedere alla banca il preciso valore dell’IRS che viene applicato al momento della stipula del contratto di finanziamento. Si tratta, infatti, di un valore che determinerà la rata del contratto, fino alla sua estinzione.
Andamento del mercato e previsioni future
Valutare le quotazioni del tasso è quindi di grande importanza. Informarsi sui vari portali specializzati è, infatti, lo strumento migliore per comprendere se conviene, o meno, sottoscrivere un contratto di mutuo in un determinato periodo. Alla luce delle differenti variazioni del tasso e del suo effettivo peso sul contratto di mutuo, risulta più conveniente sottoscrivere un mutuo a tasso fisso o variabile?
Sono le diverse esigenze e necessità a stabilire quale delle tipologie di mutuo risulti maggiormente conveniente. In generale, quindi, non è possibile dare una risposta che sia univoca per tutti. L’andamento dell’IRS negli ultimi tempi, risulta particolarmente debole con il minimo storico raggiunto nel 2015. Una situazione che, molto probabilmente, si ripeterà anche per tutto il 2016 per la debolezza dell’economia globale. Una serie di condizioni che si ripercuotono anche sui valori dell’Euribor, il tasso che condiziona i muto a tasso variabile.
Insomma una serie di condizioni che, per ora, rendono l’accensione di un contratto di mutuo molto conveniente. Condizioni che, come detto, non dovrebbero avere significative modifiche nel prossimo futuro. I vari esperti, infatti, indicano una continua discesa dei tassi, anche nei prossimi mesi. Un ulteriore calo che potrebbe portare il valore dei tassi vicino allo zero assoluto.
Dallo 0.07 attuale allo zero il passo è breve e gli operatori del mercato sono già pronti a scommettere che presto i tassi IRS ed Euribor possano entrare in “territorio negativo“; una possibilità tutt’altro che lontana. Insomma stipulare un contratto di mutuo a tasso variabile, per ora, risulta davvero conveniente con il valore delle rate che non dovrebbe riservare sorprese, fino alla fine del 2016.
Se la situazione a breve termine è questa, cosa accadrà, invece nel lungo periodo? Fare pronostici, in campo finanziario, è sempre azzardato, soprattutto se si parla di periodi molto lunghi. Le condizioni generali dell’economia indicano ancora tassi bassi, ancora per un lungo periodo, una situazione che dà la certezza che i mutui a tasso variabile saranno molto convenienti, almeno per un altro anno.
Sottoscrivere un tasso fisso, d’altro canto, rappresenta sempre la scelta più attraente per la maggiore sicurezza della rata da pagare calcolando che, in caso di shock di rialzo, si può usufruire di una maggiore sicurezza sulla rata da pagare.